È il momento di iniziare una Nuova Resistenza democratica tesa a difendere a denti stretti la Costituzione Repubblicana. L’Italia non può diventare tutto ciò che i Costituenti non volevano che diventasse. La Repubblica italiana è antifascista, è contro la concentrazione del potere in una o in poche mani, è per una magistratura indipendente e quindi libera da qualsivoglia condizionamento, è nata perché tutti fossimo uguali davanti alla Legge e perché la Stampa non fosse soggetta ad alcuna forma di controllo diretto o indiretto per poter svolgere la funzione di guardiano dei poteri forti o deviati. Una Nuova Resistenza, subito, senza perdere tempo in discussioni minori, senza correre il rischio di dividersi su questioni secondarie. Magistratura, Stampa, Intellettuali, Forze Sane della Politica (le maiuscole non sono casuali) sono chiamate, nel rispetto della Costituzione e delle Leggi, ma anche forti della stessa Costituzione e delle stesse Leggi, a unirsi in un’immediata barricata da alzare contro ogni possibile progetto di sconvolgimento del nobilissimo assetto nato all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Non ho ancora ben chiaro se quanto sta accadendo risponda, in tutto o in parte, a nuove esigenze geopolitiche globali finalizzate a fare dell’Italia un Paese in cui si possa fare di tutto e di più, secondo strategie che ancora non si riescono a cogliere fino in fondo. Oppure potrebbe essere proprio l’attuale situazione geopolitica mondiale a favorire, indipendentemente da logiche internazionali, tentativi di trasformazione radicale, in peggio, del nostro Paese. Ripeto, e lo faccio con piena consapevolezza storica e politica: Magistratura, Stampa, Intellettuali e Forze Sane della Politica devono mettersi immediatamente in moto sul piano mediatico e della lotta civile per sconfiggere un processo di rapida destrutturazione dei pilastri della Repubblica Democratica modellata dalla Costituzione. Non ho bisogno di scendere nei particolari. Rammento solo che, soprattutto nel debole Mezzogiorno della disoccupazione endemica, delle mafie alleate dei poteri sporchi, dell’economia troppo dipendente dalla cosa pubblica, delle mille storture di volta in volta messe in evidenza dalle inchieste della magistratura, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio renderà molto più complesso individuare e perseguire fenomeni di corruzione, di concussione e di massomafia rispetto ai quali i poteri deviati sono sempre più attrezzati e specializzati. Auspico che le energie migliori del Paese si mettano in moto con convinzione, senso del dovere, e consapevolezza del difficilissimo momento storico che stiamo vivendo! (Massimo Tigani Sava)