La mission di Local Genius: identità, dna e anima dei territori per non subire la globalizzazione
I decenni a cavallo del XXI secolo stanno vivendo una rivoluzione sociale ed economica dirompente. Abbiamo assistito a qualcosa di simile nell’Ottocento, quando, a partire dalla vecchia Inghilterra, la potenza dell’industria trasformò radicalmente, in poco tempo, milioni di contadini e artigiani in operai o in sottoproletariato urbano. Si era da poco affievolita, almeno per certi aspetti, la spinta propulsiva delle Rivoluzioni americana e francese, che un terremoto ancora più violento sconvolse l’intera umanità, con una progressione di innovazioni scientifiche e tecnologiche senza tregua: la meccanizzazione degli strumenti di lavoro, i primi opifici, l’elettricità, il motore a vapore e poi a scoppio, il telegrafo… E ancora il telefono, la radio, la tv, l’energia nucleare, i primi computer. Ogni invenzione ha mutato radicalmente gli stili di vita e la convivenza civile, ha modificato valori e princìpi, usi e costumi.
Non voglio affrontare in maniera deterministica il rapporto che esiste tra evoluzione scientifico-tecnologica ed economica da un lato e progresso sociale dall’altro, né sottovalutare che molto probabilmente i mutamenti delle condizioni materiali trovano alimento e origine nella primaria progressione del pensiero, delle idee, delle elaborazioni filosofiche. Certo è che, almeno a partire da un trentennio a questa parte, il definitivo avvento dell’informatica in ogni processo economico, produttivo e di lavoro, e la globalizzazione dei mercati stanno disintegrando gli equilibri del passato, rendono assolutamente precario e instabile il presente, fanno apparire molto incerto il futuro, generano forme più subdole di diseguaglianze e di sfruttamento. L’uomo teledipendente e internettizzato non ha più gli schemi mentali di quanti lo hanno preceduto appena mezzo secolo fa. La famiglia e le rigide regole sociali dei nostri avi sono alla spasmodica ricerca di altri assetti. La produzione e i mercati viaggiano su nuove lunghezze d’onda. Ma proprio in una fase in cui tutto sembra essere messo in discussione, la piena riscoperta delle radici, delle tradizioni, dell’anima e del dna dei popoli e dei territori, e quindi del “local genius”, può offrirci le risposte che cerchiamo.
Il mondo globale, delle metropoli tutte uguali, delle tentacolari multinazionali del cibo e della moda, riscopre ogni giorno di più le identità, le unicità, le tipicità, le cose sane, vere e originali. Dall’agroalimentare all’enogastronomia, dalla moda all’artigianato il “local” è e sarà sempre di più ricercato e apprezzato. Gli stessi stili di vita a misura d’uomo, come quelli che caratterizzano ancora, fortunatamente, molte aree dell’Europa e del Mediterraneo, verranno riscoperti e desiderati, a partire dal cibo. La filosofia “glocal”, che sintetizza il giusto equilibrio tra realtà locale e dimensione globale, è il modo corretto per affrontare le emergenze che ci stanno consumando: disoccupazione e sottoccupazione, disorientamento, disarmonia, spreco di risorse, nuove povertà. L’economia “local” è sostenibile e verde, rispetta l’uomo e i suoi diritti inalienabili. “Local Genius” darà il proprio contributo, realizzando magazine da meditare e conservare, nonché un giornale online ricco di sollecitazioni. Inoltre, un contatto continuo e costante con il popolo dei social network, con pagine Facebook e Twitter aggiornate quotidianamente. E poi un obiettivo primario: selezionare nella marea di informazioni che ci investono, troppo spesso inutilmente, solo quelle che meritano di avere risalto. Uomini, donne e aziende impegnati in progetti seri saranno i nostri compagni di viaggio.
Local Genius, giornale delle identità territoriali, ha una linea editoriale volta alla massima valorizzazione e promozione del genius loci, dell’anima e del dna delle tante realtà di un’Italia e di un’Europa che sono ricche di culture, di storia, di tradizioni, di personalità che nella scienza, nell’arte, nella letteratura, ma anche nell’economia, nell’impresa e nella società hanno lasciato un segno indelebile nella lunga parabola delle vicende umane. Così facendo Local Genius indica anche un modello di sviluppo possibile e sostenibile, concreto e immediatamente utilizzabile, invitando tutti a concentrarsi sugli immensi “giacimenti petroliferi” di cui disponiamo, proprio a partire dall’agroalimentare, dall’enogastronomia, dall’artigianato artistico e di qualità, dai tanti genius loci che sono vivi e operano nei più diversi contesti, primi fra tutti la ricerca, il mondo degli studi, le aziende, il lavoro. Ecco perché si dà spazio anche a notizie spesso ingiustamente sottovalutate o relegate in quarta fila, per dimostrare che accanto all’Italia devastata, in crisi, disarmata, depressa, mal governata e mal amministrata che ci viene descritta, in linea di massima, dal sistema globale della comunicazione, ce n’è un’altra che, al contrario, nei limiti dei propri mezzi e potenzialità, lavora con impegno e dedizione, con passione, con amore per quello che fa. In tal senso Local Genius sostiene anche un modo diverso di intendere l’informazione, tutto rivolto a offrire spazi di comunicazione agli esempi positivi che lo meritano in quanto tali, ma che diventanto anche utili sul piano pedagogico, perché indicano strade e percorsi possibili, perché spiegano alle nuove generazioni che si può e si deve vivere credendo in qualcosa. Ci chiediamo perché buona parte della comunicazione globale debba continuare a soffermarsi, in maniera troppo insistente, su tanti episodi o individui che non meriterebbero tutta questa attenzione. Local Genius non è guidata, in tale analisi, da intenti moralistici, ma solo dalla constatazione lucida che, per tutta una serie di ragioni che in questo momento sarebbe complesso sintetizzare, il sistema dell’informazione non è concentrato, come dovrebbe, sulla società più vera e reale, ma su fatti, modelli ed esempi che, per quanto numerosi, non rappresentano per fortuna la vera faccia di un Paese ancora molto laborioso, serio, impegnato e ricco, nella diversità, di valori profondi.
Quanto diciamo per l’Italia vale per quasi tutte le regioni di un’Europa che non merita di essere governata dai ragionierismi o dagli opportunismi di alte burocrazie che hanno perso il contatto con la realtà, che dimostrano di ignorare la storia, che rispondono a logiche destinate a estirpare quelle radici che noi, al contrario, intendiamo preservare e porre a base dei nostri assetti economici e sociali.
Massimo Tigani Sava
direttore di Local Genius