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Alimentarsi con il pesce, acquacoltura e Made in Italy, Api: le produzioni ittiche nazionali sono di qualità superiore

5 Agosto 2018 - Local Genius

Alimentarsi con il pesce, acquacoltura e Made in Italy, Api: le produzioni ittiche nazionali sono di qualità superiore


Salvador: si preveda l'obbligo di indicare l'origine ed il metodo di produzione anche da parte degli operatori della ristorazione collettiva. Cresce l'allevamento di orate

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«Mangiare pesce fa sempre bene e in estate cresce il consumo di prodotti ittici». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Api-Confagricoltura l’1 agosto 2018, e che riportiamo integralmente. “Per meglio rispondere alle esigenze dei consumatori – sottolinea Pier Antonio Salvador, presidente dell’Associazione Piscicoltori Italiani, aderente a Confagricoltura – è aumentata la produzione nazionale dell’orata, specie molto richiesta (dalle 7.600 tonnellate del 2016, siamo passati alle 9.500 tonnellate del 2017 e il trend positivo si confermerà certamente anche nel 2018), anche se il pesce più allevato in Italia resta la trota, con 35.100 tonnellate prodotte nel 2017”.

«Il pesce – precisa il comunicato – è un’importante fonte di elementi minerali, di proteine ad elevato valore biologico, ma soprattutto di acidi grassi polinsaturi Omega 3, alcuni dei quali sono contenuti esclusivamente nei prodotti ittici. Tali componenti entrano nella costituzione delle nostre membrane cellulari, sono essenziali per lo sviluppo cerebrale e della retina, contribuiscono ad abbassare il livello del colesterolo e dei trigliceridi». “E i nostri allevamenti ittici – spiega Salvador– seguono criteri rigorosi per offrire un prodotto sempre fresco, sicuro e controllato, che possa da soddisfare la crescente domanda di pesce pregiato a costi contenuti”. «L’acquacoltura – ricorda l’Associazione Piscicoltori Italiani di Confagricoltura – contribuisce anche a preservare l’ambiente e le risorse marine: consente di prelevare soltanto il quantitativo di pesce richiesto dal mercato, che arriva sulle tavole fresco, senza eccessi o sprechi di prodotto. La professionalità degli operatori e l’accuratezza dei controlli garantiscono l’intercambiabilità tra i prodotti di acquacoltura e il pescato tradizionale, come ha conferma anche l’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (ISPA) del CNR (Consiglio nazionale delle Ricerche)».

“Più del 50% dei prodotti dell’acquacoltura e della pesca viene consumata fuori dalle mura domestiche e il consumatore deve essere correttamente informato e sapere che il pesce ‘made in Italy’ è di qualità superiore – conclude il presidente dei piscicoltori – mentre non sempre il prodotto importato da altri Paesi offre le medesime caratteristiche e garanzie. Per questo chiediamo una più forte azione a tutela del consumatore e delle produzioni ittiche nazionali prevedendo l’obbligo di indicare l’origine ed il metodo di produzione anche da parte degli operatori della ristorazione collettiva”.

Fotografia pubblicata: acquacoltura in Italia (immagine allegata alla nota stampa)

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