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Sos di Confagricoltura sui dazi commerciali fra Usa e Cina: a rischio la crescita dell’economia su scala mondiale

25 Settembre 2018 - Local Genius

Sos di Confagricoltura sui dazi commerciali fra Usa e Cina: a rischio la crescita dell’economia su scala mondiale


Il presidente Giansanti commenta: una prolungata guerra commerciale potrebbe modificare i consolidati mercati di sbocco

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“Come avevamo previsto, i dazi aprono la strada a nuove misure di ritorsione. Una prolungata guerra commerciale ridurrebbe il potenziale di crescita dell’economia su scala mondiale e inciderebbe sul normale andamento dei rapporti di cambio tra le principali valute, con il risultato di alterare artificialmente la competitività delle merci”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti commenta «i dazi voluti dal presidente Usa, Donald Trump, su altri 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi entrati in vigore oggi (il 40% di quelle complessive), con Pechino che ha accusato Washington di “intimidazioni economiche” nel braccio di ferro commerciale tra le due economie che sta assumendo dimensioni globali ed annunciato che i negoziati sono bloccati a data da destinarsi». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Confagricoltura nazionale il 24 settembre 2018, e che riportiamo integralmente.

«Confagricoltura ricorda che, in assenza di un accordo con il governo di Pechino, è già stabilito – spiega il comunicato – che i dazi saliranno al 25% dal 1° gennaio 2019. E che, in caso di contromisure da parte della Cina, il presidente Trump ha dato mandato all’Amministrazione di avviare le procedure per sottoporre a dazi aggiuntivi un ulteriore ammontare di importazioni per 267 miliardi di dollari. In pratica, tutti i prodotti cinesi destinati al mercato americano sarebbero sottoposti a ulteriori dazi». “Una prolungata guerra commerciale potrebbe modificare i consolidati mercati di sbocco – aggiunge il presidente di Confagricoltura -. Non è affatto scontato, ad esempio, che le tensioni tra Usa e Cina si traducano in una contrazione generalizzata dell’export agroalimentare americano. È già partita infatti a Washington un’iniziativa supportata da generosi finanziamenti pubblici per trovare nuovi mercati sui quali collocare le commodities americane”.

Fotografia pubblicata: immagine generica di vini (archivio Local Genius)

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