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Suinicoltura, monito di Confagricoltura: l’Italia non sia solo un Paese importatore e trasformatore di carni suine

18 Aprile 2019 - Local Genius

Suinicoltura, monito di Confagricoltura: l’Italia non sia solo un Paese importatore e trasformatore di carni suine


Invito a puntare su programmazione, informazione e promozione e nuovi mercati. E inoltre: puntare maggiormente sulla promozione del consumo e sulla informazione al consumatore

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“Occorre riequilibrare il mercato dei prodotti suinicoli ed evitare che l’Italia si consolidi esclusivamente come Paese importatore e trasformatore di carni suine puntando su programmazione, informazione e promozione e nuovi mercati”. È questa la sintesi della posizione espressa il 17 aprile da Claudio Canali, presidente della Federazione nazionale di prodotto allevamenti suini di Confagricoltura, al Ministero delle politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, in occasione del Tavolo di Filiera. Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Confagricoltura nazionale il 17 aprile 2019, e che riportiamo integralmente. «Confagricoltura – sottolinea il comunicato – ha chiesto in primo luogo che gli allevatori siano coinvolti nelle scelte di programmazione produttiva, che parte dagli allevamenti, sollecitando una modifica del provvedimento ministeriale che prevede oggi solo una mera consultazione della fase allevatoriale. Confagricoltura ritiene inoltre che si debba puntare maggiormente sulla promozione del consumo e sulla informazione al consumatore». “Condividiamo – ha proseguito Canali – la scelta di finanziare campagne promozionali per il consumo del prosciutto visto che oggi registriamo un evidente eccesso di offerta”.

«Riteniamo anche necessaria – sostiene Confagricoltura – una maggiore trasparenza verso i consumatori in merito all’origine della carne suina, anche nei salumi trasformati, ed alla qualificazione dei processi produttivi». “Per questo motivo – sottolinea Canali – le etichette delle carni suine dovrebbero riportare l’indicazione del ‘nato, allevato e macellato’; mentre vanno comunque promosse certificazioni del prodotto anche in tema di benessere animale e sostenibilità”.

«Il settore – citiamo sempre testualmente – ha registrato, negli ultimi mesi, un costante e preoccupante calo dei prezzi dei suini». “Fanno tuttavia ben sperare – come si legge nel position paper di Confagricoltura – i corsi di mercato mondiale dei Paesi Terzi (specie asiatici e Cina) con una domanda in crescita che sta trainando il mercato europeo, anche se le quotazioni nazionali sono ancora troppo contenute rispetto alle aspettative e inferiori rispetto al Nord Europa. Per riequilibrare il mercato si deve puntare sui mercati esteri; basti pensare che la sola apertura del mercato cinese per la nostra carne congelata potrebbe valere 50 milioni di euro di export. Si deve, quindi, procedere il più rapidamente possibile al perfezionamento del memorandum siglato di recente per tradurlo in vantaggi concreti”.

Confagricoltura esprime poi apprezzamento per l’emendamento governativo, proposto dall’onorevole Guglielmo Golinelli, al “decreto legge emergenze” con uno stanziamento di risorse di 5 milioni di euro, auspicando che “si approvi definitivamente in sede di conversione l’istituzione di un Fondo specifico per il comparto e che si definiscano quanto prima misure dirette al settore ed in particolare agli allevamenti”. «Infine, sul piano sanitario, sulla peste suina, per Confagricoltura – conclude la nota stampa ufficiale – non va abbassata la guardia; occorre mantenere alta l’attenzione intensificando i controlli sanitari e soprattutto garantendo una puntuale vigilanza dei selvatici su tutto il territorio nazionale e alle frontiere».

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