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Filiera della carne friulana di Pezzata Rossa: progetto della Regione presentato a Udine. La sostenibilità degli allevamenti

10 Settembre 2018 - Local Genius

Filiera della carne friulana di Pezzata Rossa: progetto della Regione presentato a Udine. La sostenibilità degli allevamenti




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«Innovazione di processo e di prodotto per sviluppare la filiera della carne friulana di Pezzata Rossa guardando con attenzione alle esigenze del consumatore, alla sostenibilità degli allevamenti, a nuovi mercati e a un incremento del valore aggiunto delle imprese del comparto agricolo e della lavorazione della carne. Sono questi alcuni degli obiettivi del progetto dedicato alla razza bovina friulana, finanziato con complessivi 49.854 euro e realizzato nell’ambito della misura del programma di sviluppo rurale (Psr) del Friuli Venezia Giulia 2014-20 dedicata alla creazione di poli o reti per lo sviluppo di progetti di innovazione aziendale e di filiera. A presentarlo, il 7 settembre a Udine nella sede della Regione, sono intervenuti l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, Andrea Lugo, direttore dell’associazione allevatori del Fvg (Aafvg), Edi Piasentier del dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’ateneo udinese e Franco Moras, presidente dell’associazione nazionale allevatori bovini di razza Pezzata Rossa italiana (Anapri)». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 7 settembre 2018 dalla Regione Friuli Venezia Giulia, e che riportiamo integralmente.

«Grazie al progetto, lo scorso aprile – spiega il comunicato – è stato costituito il polo della carne friulana di Pezzata Rossa di cui fanno 18 imprese agricole che allevano bovini a duplice attitudine di razza Pri, di 16 Comuni della Regione, con capofila la società agricola Pris, assieme a due cooperative agricole di carni e una ditta di macellazione e lavorazione carne per un numero complessivo di 24 partner. Fra i risultati attesi vi è l’aumento della produzione sostenibile e responsabile della trasformazione e della commercializzazione regionale della carne e degli hamburger friulani di Pezzata Rossa, l’incremento dei vitelloni e delle scottone allevati e la vendita nelle filiere corte negli agriturismi e nei nuovi mercati». L’attenzione al mercato è stata particolarmente apprezzata da Zannier che ha sottolineato una delle caratteristiche del progetto, quella di “avere previsto dei momenti di verifica attraverso un’analisi sensoriale del consumatore sul prodotto è un elemento che dà un riscontro misurabile e oggettivo per scegliere quale alimento collocare sul mercato”. “Il consumatore – ha evidenziato l’assessore – non tiene più in considerazione solo il prezzo ma anche le peculiarità organolettiche del prodotto, la sicurezza garantita dai controlli che vengono effettuati lungo tutta la filiera, la sostenibilità e il benessere degli allevamenti; tutti elementi che sono presenti nel percorso presentato oggi (7 settembre, ndr)”.

«Un altro aspetto rilevante per Zannier, è la valorizzazione degli animali di fine carriera – sottolinea la nota stampa – che offre ampie opportunità di mercato al momento non sfruttate. L’offerta attuale di carne regionale non considera, infatti, la vacca a fine carriera che invece, con la produzione di macinata, ha concrete e ampie opportunità di mercato come dimostra l’esplosione in Italia delle hamburgherie». “Diventa necessario – ha aggiunto Zannier – un coinvolgimento e un lavoro in rete fra i produttori per ottenere dei risultati significativi tenuto conto delle dimensioni aziendali e del nostro territorio che sono troppo piccole per economie legate a grosse aziende con numeri sufficienti per esser autonome nell’affrontare il mercato. Noi dobbiamo, quindi, sviluppare l’attuale tessuto economico produttivo e orientarci alle aggregazioni in un’ottica collaborativa e strutturata”. «Zannier – riferisce infine il comunicato – ha altresì affermato la necessità di garantire la tenuta economica del comparto zootecnico, evidenziando quanto le filiere contribuiscono a farlo innalzando il livello di sostenibilità anche del primo anello della filiera stessa».  “Valorizzando il prodotto – ha concluso l’assessore – riusciamo a dare una possibilità di un incremento reddituale anche al primo produttore”.

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