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Favino e Lupino da sovescio e poi il trapianto del peperoncino Tri Pizzi sul Monte Poro. Michele Dotro: per una ’Nduja d’eccellenza!

13 Giugno 2018 - Local Genius

Favino e Lupino da sovescio e poi il trapianto del peperoncino Tri Pizzi sul Monte Poro. Michele Dotro: per una ’Nduja d’eccellenza!


Un'attività agricola intensa e sostenibile, rispettosa dei cicli della natura e che rinuncia all'uso massivo della chimica, è alla base della produzione del famoso salume spalmabile piccante di Spilinga da filiera cortissima

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La verifica da parte di Michele Dotro del trapianto manuale del Peperoncino Tri Pizzi sul Monte Poro (foto Local Genius)

L’immagine più grande che accompagna questo articolo, scattata nel mese di maggio scorso, ritrae il giovane imprenditore agricolo Michele Dotro in un campo di “favino per sovescio”. Siamo nel Monte Poro, nel cuore dell’azienda agricola che Michele Dotro, ancora sotto i trent’anni, cura con estrema passione e dedizione. Il favino e il lupino da sovescio, assieme al letame biologico di suini e bovini (opportunamente maturato all’aperto), serviranno a fortificare e concimare il terreno senza ricorrere a composti chimici. Ecco il rapporto vero e autentico con la natura posto a base di un’agricoltura sostenibile e capace di generare veri e propri tesori dell’agroalimentare. In questi giorni di giugno il trapianto manuale dei peperoncini della varietà autoctona “Tri Pizzi” troverà basi sane e identitarie proprio nel grande lavoro di preparazione dei terreni cui abbiamo appena accennato. Andiamo un attimo a ritroso per cercare di fare capire quanto duro lavoro occorra al fine di rispettare i naturali cicli della terra e di rinunciare all’uso massivo di prodotti e/o alimenti chimici: il tutto per giungere alla produzione di una ‘Nduja (il famoso salume spalmabile piccante originario di Spilinga) da filiera corta e di qualità. La ‘Nduja è realizzata con un 33% circa di peperoncino piccante (il Tri Pizzi, appunto) e di peperone dolce; il restante 66% è fatto di carne e grasso di maiale (nel caso dell’azienda agricola di Michele Dotro parliamo del prelibato guanciale e di sottopancia del maiale). Dicevamo: quanta fatica per arrivare a questo risultato ottimale!

Tra fine ottobre e novembre si concima il terreno e lo si fresa per predisporre alla semina. Da fine luglio la trebbiatura del grano e poi del mais, per ottenere la base dell’alimentazione dei maiali. Altro che mangimi di incerta provenienza, qui stiamo parlando di natura vera! A maggio in un’altra porzione dei terreni si compie la procedura del sovescio di favino (70% circa) e di lupini (30% circa), grazie alla quale preziose sostanze, soprattutto azotate, arricchiranno le zolle. tanti distinti momenti che richiedono pazienza, lavoro e competenza (concimazione, scasso del terreno o aratura, fresatura, semina). Proprio in questi giorni di giugno il trapianto del Peperoncino Tri Pizzi (vedi la foto più piccola qui in alto), i cui semi scelti sono stati “allevati” dal vivaista specializzato per predisporre le necessarie piccole piantine. Trapianto effettuato amorevolmente a mano, passo dopo passo, confermando i princìpi di un’agricoltura che mette prima di tutto al centro la natura in simbiosi con l’uomo. Il Monte Poro è caratterizzato da terreni medio sciolti e da un microclima assolutamente favorevole per la produzione di ortaggi straordinari (in agricoltura non tutti i terreni sono adeguati per ogni tipo di produzione). Michele Dotro a tal proposito afferma: “Mia nonna mi ha insegnato che per una ‘Nduja di eccezionale valore occorre puntare sul peperoncino autoctocno Tri Pizzi, quello che da generazioni e generazioni si coltiva con successo sul Monte Poro. Sono contento che gli agricoltori della zona lo stiano riscoprendo: sogno la nascita di un vero e proprio distretto. E poi ritengo che l’alimentazione e la cura dei maiali siano altri fattori decisivi per ottenere carni e grassi adeguati. Io ci credo. Affronto sacrifici enormi, dalla mattina alla sera, per tenere in piedi l’azienda agricola. Prego Iddio che continui a darmi la forza necessaria”.

Per tutta l’estate la coltivazione del Tri Pizzi e del peperone dolce richiederà cure continue. Si passerà quindi alla raccolta, alla selezione (il tutto sempre manualmente), all’essiccatura e quindi alla tritatura in laboratorio a Spilinga. Nel frattempo la maturazione dei cereali porterà alla granella di mais e ai chicchi di grano che comporranno buona parte dell’alimentazione dei maiali. Michele ogni mattina all’alba raggiunge i campi di proprietà familiare per seguire personalmente tutte queste complesse fasi produttive. Questa è la Calabria più vera da porre ad esempio delle nuove generazioni ma anche di tutta l’Italia e l’Europa che credono che l’antico Bruzio sia solo un’altra cosa! (contatto azienda Sua Maestà il Porco di Michele Dotro, a Spilinga: 338.9782013)

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