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Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità Unesco, a dieci anni dalla Docg

9 Luglio 2019 - Local Genius

Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità Unesco, a dieci anni dalla Docg


Intervento della Cia. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, fa il punto. Saranno presenti i membri del Comitato scientifico che hanno contribuito a elaborare il dossier vincitore

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Domani 10 luglio, alle ore 11, a palazzo Balbi, a Venezia, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, riferirà alla stampa sugli esiti della recente visita a Baku, dove le Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene sono state insignite del riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità Unesco. Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata dalla Regione Veneto. «Saranno presenti – spiega il comunicato – i membri del Comitato scientifico che hanno contribuito a elaborare il dossier vincitore, gli Assessori e i Consiglieri regionali, i rappresentanti del Consorzio di Tutela Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore, le associazioni di categoria e i sindaci della core e buffer zone».

«A dieci anni dell’inserimento nella lista delle Docg italiane del Prosecco Conegliano Valdobbiadene (era l’agosto del 2009), oggi quelle colline diventano patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Per Cia-Agricoltori Italiani è motivo di orgoglio e soddisfazione, il prosecco rappresenta certamente un fiore all’occhiello della nostra produzione». Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata da Cia nazionale il 7 luglio 2019 e che riportiamo integralmente. Gianmichele Passarini, presidente regionale di Cia, accoglie così la decisione presa a Baku:

«La produzione non riguarda solo Conegliano e Valdobbiadene. L’intera area delle colline comprende 15 comuni per un totale di 20.000 ettari vitati. Ma il prosecco viene anche prodotto in un territorio che comprende cinque provincie del Veneto quali Treviso, Venezia, Vicenza, Padova e Belluno, e quattro del Friuli Venezia Giulia quali Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine. In queste zone vengono coltivati i vitigni da cui si ricavano uve Glera, destinate alla produzione del Prosecco Doc. Quello che mi preme oggi sottolineare è l’impegno degli agricoltori nel promuovere una produzione sempre più sostenibile: ogni agrosistema si sovrappone ad un ecosistema naturale, un certo impatto ambientale è in assoluto inevitabile. Il Consorzio di Tutela della Denominazione di Origine Controllata Prosecco rispetta da anni un disciplinare teso a ridurre il più possibile l’impatto del sistema agricolo e che vieta l’utilizzo di principi attivi come il glisofate. Crediamo che anche questa attenzione all’ambiente abbia contribuito al successo di oggi»

Fotografia pubblicata: Baku, la delegazione italiana esulta per colline del Prosecco
(Immagine allegata a precedente nota stampa della Regione Veneto)

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