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Confagricoltura: “Il futuro dell’agroalimentare del nostro Paese è strettamente legato alla sua capacità di cogliere i benefici e le opportunità del digitale”

16 Novembre 2018 - Local Genius

Confagricoltura: “Il futuro dell’agroalimentare del nostro Paese è strettamente legato alla sua capacità di cogliere i benefici e le opportunità del digitale”


Lo ha detto il presidente Giansanti intervenendo al convegno “Digitale: la sfida mondiale. Il ritardo dell’Europa, il ruolo dell’Italia”, organizzato a Roma

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“Il futuro dell’agroalimentare del nostro Paese è strettamente legato alla sua capacità di cogliere i benefici e le opportunità del digitale”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al convegno “Digitale: la sfida mondiale. Il ritardo dell’Europa, il ruolo dell’Italia”, organizzato a Roma dal Centro Economia Digitale. Lo si legge in una nota stampa ufficiale diramata il 13 novembre da Confagricoltura nazionale, e che riportiamo integralmente. “Il digitale, infatti, per la sua natura, per il tasso di innovazione e capacità trasformativa – ha spiegato Giansanti, che fa parte del board del CED – è il cuore dell’innovazione per le imprese. In futuro, grazie alle tecnologie digitali, l’intero comparto aumenterà la propria competitività e trasparenza tramite una maggiore interconnessione e cooperazione delle risorse che vi operano (asset fisici, persone, informazioni, etc.)”. L’agricoltura 4.0, che oggi in Italia è una realtà, ha un mercato di 100 milioni di euro, il 2,5% di quello globale che vale 3,5 miliardi di euro; si avvale – spiega la nota stampa –  di 300 nuove soluzioni tecnologiche, dai sensori ai droni in campo, al packaging intelligente o attivo, utilizzate lungo tutta la filiera. Eppure c’è ancora molto da fare in questo campo, basti pensare che meno dell’1% della superficie coltivata è gestita con queste soluzioni«.

“Alcuni dei punti critici del sistema – ha continuato il presidente di Confagricoltura – sono noti da tempo, ma di difficile superamento: la limitatezza delle risorse; la ridotta dimensione economica delle imprese; la crescente complessità delle conoscenze necessarie per l’esercizio agricolo; la prevalenza di innovazioni importate da altri settori e da altri Paesi”. «La quota della spesa in ricerca e sviluppo nel 2013 – precisa il comunicato – risulta essere inferiore alla media europea sia in rapporto al PIL che pro-capite. A livello nazionale la spesa pubblica in ricerca e sviluppo è complessivamente diminuita negli anni 2008-2016, fatta eccezione per alcuni settori. Per agricoltura e ambiente è diminuita rispettivamente del 37,6% e del 46,2%. Nell’ambito di politiche agricole, inoltre, l’innovazione in agricoltura non emerge come una vera priorità strategica per i decisori politici del nostro Paese che, nel quadro dell’obiettivo “Europa 2020” stabilito dall’UE al 3%, ne ha fissato uno molto più modesto dell’1,53%. Un altro grande ostacolo da superare è la mancanza di connessione a Internet nelle nostre campagne, dovuta alla mancanza di infrastrutture fisiche. In Italia solo il 4,4% della popolazione ha una connessione a 100 Mbps (siamo al 24% in Ue) e solo il 41,7% a 30 Mbps (76% in Ue). Ancora peggiore il dato sulla velocità delle connessioni, dove il paese si trova in coda alla classifica mondiale al 61° posto». “La strategia di Confagricoltura in termini d’innovazione – ha concluso Giansanti – parte dal presupposto che il vantaggio competitivo sia lo stimolo più forte per facilitare l’adozione delle innovazioni da parte delle nostre aziende attraverso la cooperazione tra i diversi attori della filiera, i processi di formazione e trasferimento di conoscenza”.

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