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Nicola Gratteri a Vibo Marina: stare dalla parte giusta e occupare gli spazi lasciati liberi dalla ferocia della ‘ndrangheta!

4 Agosto 2023 - Massimo Tigani Sava

Nicola Gratteri a Vibo Marina: stare dalla parte giusta e occupare gli spazi lasciati liberi dalla ferocia della ‘ndrangheta!


Oltre mille persone hanno ascoltato e applaudito il Procuratore della Repubblica di Catanzaro: tante riflessioni di rilevanza strategica

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Nicola Gratteri a Vibo Marina: stare dalla parte giusta e occupare gli spazi lasciati liberi dalla ferocia della ‘ndrangheta!

Stare dalla parte giusta, in modo attivo, e occupare gli spazi politico-sociali e culturali aperti dalla potente azione antimafia portata avanti da magistratura e forze dell’ordine. Oltre mille persone hanno applaudito ieri sera, nella suggestiva area portuale di Vibo Marina, il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso dell’evento organizzato da LaC. Avevo seguito l’analoga iniziativa a Falerna, nei giorni scorsi, ma devo dire che la tappa di Vibo Marina, in uno scenario naturale e antropico che coinvolge, tra barche e attrezzi per la pesca, nautica da diporto, mare e luna piena, è risultata particolarmente intensa. Più di mille persone hanno atteso per oltre un’ora la chiacchierata con Gratteri: quando il Procuratore ha finito di parlare era quasi mezzanotte. Non crediate sia facile, in Calabria, a meno di proporre spettacoli attraenti, richiamare tanta attenzione attorno a un singolo oratore. Seguo il Procuratore con impegno intellettuale in quanto sono convinto che l’intero Paese, il Sud e la Calabria siano vicini a una svolta. Avrete sentito, qualche ora fa, il Procuratore di Milano sottolineare come la ‘ndrangheta abbia di fatto colonizzato la Lombardia, tra narcotraffico e infiltrazioni nel mondo economico-finanziario. Gratteri e altri suoi colleghi calabresi che operano in prima linea lo dicono da anni: la ‘ndrangheta macina miliardi, come fosse uno Stato federale, li reinveste in tante attività per ripulire il denaro sporco, e grazie alla massomafia e ai colletti deviati, tra politica corrotta in cerca anche di voti facili, e burocrazia famelica e ammalata, penetra ovunque si aprano buchi. La ‘ndrangheta è un cancro in metastasi e finanche la mafia siciliana, come si legge, sembra aver bisogno dei calabresi per ricollocarsi. Personalmente ritengo che i tanti aspetti di arcaicità della civiltà calabrese, che possono significare sangue e drammi o anche fenomenali attrattori identitari, abbiano agevolato questa organizzazione nel diffondersi e diventare potente. Lo stesso Cesare Lombroso, inventore dell’antropologia criminale, e convinto da positivista che i criminali fossero tali in quanto degenerati da malformazioni fisiche, al “brigante” Peppe Musolino, noto come il Re dell’Aspromonte, riconobbe una spiccata intelligenza e non riuscì a catalogarlo tra i morfologicamente deviati. Ho scritto di Musolino e Lombroso in un recente libro che ho curato per Local Genius e nelle pagine “lombrosiane” ho trovato tanti utili spunti di riflessione. Gli stessi che, mutatis mutandis, trovo in ogni intervento del procuratore Gratteri. Ieri sera a Vibo Marina due considerazioni mi hanno colpito più di tutte: stare sempre dalla parte giusta, contestando il potere e i poteri quando dimostrano di non volere o non sapere risolvere i problemi comuni, e occupare con passione e dedizione gli spazi sociali lasciati liberi dall’azione di contrasto alla ‘ndrangheta. Stare dalla parte giusta non significa pontificare contro la ‘ndrangheta infarcendo i propri retorici ragionamenti di slogan antimafia, ma agire quotidianamente in sintonia con i princìpi di legalità che, per i mafiosi, sono come l’aglio e il Crocifisso per Dracula. Legalità significa rifiutare le clientele, le logiche della massomafia, dello scambio di voto, dei favoritismi, della gestione feudale del potere. Significa puntare sulla meritocrazia, studiare seriamente o imparare un mestiere, lavorare nel rispetto della collettività, far sentire una vicinanza non formale ai settori dello Stato che rispettano la Costituzione e le Leggi. Sacrificarsi ma non piegarsi. E in tal senso l’esempio offerto da Vincenzo Linarello, guida di Goel, anch’egli sul palco a Vibo Marina, è stato spiegato e applaudito. Occupare gli spazi lasciati vuoti da criminali convinti di essersi sostituiti allo Stato, vuol dire innanzi tutto puntare sulla cultura. Mi è piaciuto molto l’accostamento che il Procuratore di Catanzaro ha proposto tra la crescita turistica ed economico-sociale della Puglia e l’elevato numero di rassegne letterarie che si svolgono ogni anno in quella terra coinvolgendo migliaia e migliaia di persone. La cultura e i libri sono tutto: sono un vaccino, un investimento, un arricchimento, un patrimonio individuale e corale, una strada sempre dritta, la memoria di ciò che eravamo, un suggerimento fermo per ciò che dovremmo essere. Lo predico di continuo e cerco di spiegarlo a qualche tronfio aspirante feudatario che incontro: non si sprechino risorse pubbliche per iniziative che non hanno riscontro e non danno grossi frutti, ma si punti sulle radici autentiche, le uniche che ci possono distinguere proficuamente sul piano globale. Quando però si ha il potere di dispensare (o indirizzare) a chi si vuole, in modo autocratico, risorse pubbliche è più facile circondarsi di adulatori che non di menti pensanti. Argomento da riprendere con molta energia. Da Vibo Marina sono partiti messaggi rumorosi che meritano di essere amplificati ogni giorno, in una linea di coerenza perché Nicola Gratteri non regala bollini di legalità a nessuno: indica percorsi e se ti va puoi seguirli! In chiusura un accenno alla mancanza di programmazione che troppo spesso ha caratterizzato i governi nazionali e regionali, tema anch’esso toccato ieri sera: patiamo tanti ritardi in servizi strategici (depurazione, viabilità, infrastrutture, sanità…), perché qualcuno in passato ha sbagliato e forse qualcun altro sta continuando a sbagliare. Il popolo ha il diritto-dovere di non dimenticare e di farsi parte consapevole nel denunciare responsabilità antiche e nuove. (Massimo Tigani Sava)

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