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<strong>EDITORIALE</strong> – Nicola Gratteri a Falerna: ci sono così tante inchieste avviate che ci sarà da lavorare per altri cinque anni!

21 Luglio 2023 - Massimo Tigani Sava

EDITORIALE – Nicola Gratteri a Falerna: ci sono così tante inchieste avviate che ci sarà da lavorare per altri cinque anni!




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<strong>EDITORIALE</strong> – Nicola Gratteri a Falerna: ci sono così tante inchieste avviate che ci sarà da lavorare per altri cinque anni!

Nicola Gratteri non si fa condizionare, non si fa gestire, non si fa utilizzare. Da Nessuno! Cadrebbe in un errore grave chiunque ipotizzasse, o avesse ipotizzato, di poter rivendicare un canale privilegiato, un attestato di stima conquistato per sempre, una corsia preferenziale per avviare un qualsivoglia dialogo. La forza di Nicola Gratteri sta proprio nella sua indipendenza e nella sua semplicità, tanto “semplice” da diventare complessità difficile da interpretare. Non si dimentichi che Nicola Gratteri, prima di essere un magistrato, è un calabrese “doc”, della jonica reggina. E peraltro l’area di Gerace, dalla quale proviene, ha nel “dna” una fortissima componente greca. Chiunque frequenti quelle zone, magari per lavoro, sa che la schiettezza e la franchezza, miste a proverbiale diffidenza, sono una caratteristica molto diffusa. Non voglio schematizzare, ma solo segnalare elementi utili a comprendere alcuni tratti psicologici, prima che quelli intellettuali e professionali. Indipendenza, spirito di sacrificio, pelle dura, ostinata risolutezza, libertà di pensiero, franchezza, diffidenza. La stima di Gratteri te la conquisti, se ci tieni, giorno per giorno, con un comportamento che deve mirare ad avere (nei limiti del possibile) identica solidità etica e morale. Né, ma questa è una mia riflessione assolutamente personale, Gratteri ignora le difficoltà del vivere in una Calabria tanto bella quanto bistrattata, tanto ricca di potenzialità quanto ostaggio di pochi feudatari che hanno elevato a sistema il trasversalismo clientelare. Qualora l’attuale Procuratore di Catanzaro dovesse essere inviato dal Csm a Napoli per guidare la Procura più grande d’Europa, assisteremo ad alcune pagine molto significative di storia giudiziaria. Il granitico Gratteri alle prese con una civiltà napoletana (perché Napoli, sia chiaro, oltre ad avere una lingua, che non è un dialetto, ha anche una civiltà sua propria e distintiva) dalle radici altrettanto antiche ma molto diverse. Napoli è Napoli, ad ogni livello, e ne ha viste passare tante, nei secoli e nel ruolo di capitale di un vasto e popoloso Regno. Vedremo, sono curioso. Intanto una sottolineatura, che non è stata ancora messa in grande evidenza. All’incontro di Falerna, organizzato da LaC, che ho voluto seguire personalmente, da giornalista e intellettuale, per completare una mia visione d’insieme, Gratteri ha detto: «Il lavoro della Procura di Catanzaro continuerà a ritmi serrati. Abbiamo avviato tante di quelle inchieste che ci sarà da lavorare per i prossimi cinque anni». Il sistema inquinato calabrese, governato dalla massomafia, è avvisato: anche se Gratteri va a Napoli, tanto è stato già osservato e vagliato. Non è da escludere che alcune osservazioni abbiano rivelato particolari inediti o aperto nuovi spunti di riflessione e scenari. La ‘ndrangheta non esulti, la camorra inizi a preoccuparsi, la massomafia non stappi troppo presto le bottiglie di spumante! (Massimo Tigani Sava)

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