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C’è ancora qualcuno che ha il coraggio di criticare Gratteri? La nuova inchiesta spiega la tragedia della massomafia!

7 Settembre 2023 - Massimo Tigani Sava

C’è ancora qualcuno che ha il coraggio di criticare Gratteri? La nuova inchiesta spiega la tragedia della massomafia!


Siamo di fronte a una giustizia spettacolo, o al dramma di una terra in cui una giovane donna può essere gettata in pasto ai maiali?

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C’è ancora qualcuno che ha il coraggio di criticare Gratteri? La nuova inchiesta spiega la tragedia della massomafia!

Una nuova importantissima inchiesta firmata dalla Dda di Catanzaro (Procuratore della Repubblica, Gratteri; Sostituti: Bruzzelli, Frustaci, De Bernardo) ha disarticolato le strutture di comando e l’ala militare delle locali di Zungri e di Mileto, in provincia di Vibo Valentia. Indagini lunghe e complesse a cura dei Carabinieri. Il Gip Aragona ha disposto l’applicazione di 29 custodie cautelari in carcere, di 52 misure cautelari degli arresti domiciliari, di 3 obblighi di presentazione alla Pg tre volte alla settimana con divieto di dimora fuori del comune di residenza. Tutti presunti innocenti (o solo presunti colpevoli!) e lasciamo che altri giudici valutino con serenità le precise responsabilità di ognuno. Nel complesso è emerso – con plauso generale a partire dal ministro dell’Interno – che questi locali di ‘ndrangheta hanno piegato intere aree della Calabria ai loro interessi criminali, avendo grande capacità di relazionarsi con altre consorterie mafiose del Vibonese (i Mancuso), di Rosarno e di Gioia Tauro. Spregiudicata l’abilità nell’utilizzare legami con colletti bianchi deviati, tra politica e ceti professionali. Possiamo usare il neologismo di massomafia per dare il senso di attività criminali strettamente connesse con il tessuto economico-sociale del territorio proprio grazie all’inquinamento di porzioni della vita civile? O qualche ultimo residuale “nemico” del Procuratore Nicola Gratteri avrà l’ardire di affermare che siamo di fronte ad assurde forme di protagonismo dei pm? Traffico di armi, estorsioni, droga, truffe, condizionamenti della pubblica amministrazione e delle consultazioni elettorali, appalti, edilizia, favoreggiamenti, furti, interessi illeciti in attività varie, intimidazioni, finanche l’imposizione del prezzo del pane… di tutto e di più, con sistemi molto cinici e violenti. Un controllo capillare del territorio. È giusto che la Calabria e il Paese tutto sappiano che cosa sta succedendo? O qualcuno preferisce il silenzio? Un silenzio che fa comodo a chi? Leggiamo assieme le parole del ministro dell’Interno, Piantedosi: «L’operazione condotta oggi dal comando provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, con centinaia di Carabinieri impegnati e decine di arresti è la testimonianza più efficace dell’impegno straordinario dei nostri organismi investigativi per contrastare le reti criminali che, attraverso i loro traffici illeciti e le estorsioni, cercano di imporre la loro presenza sui territori, infiltrandone il tessuto sociale ed economico». C’è ancora qualche strabico in circolazione? C’è ancora qualcuno che ha l’ardire di criticare l’azione di Gratteri e dei suoi numerosi colleghi che in Calabria e in altre regioni d’Italia combattono la mafia e la massomafia? È giusto o no affermare che da domani mattina la parte più sana dell’economia vibonese potrà svegliarsi con maggiore tranquillità? Siamo di fronte a una giustizia spettacolo, o al dramma di una terra in cui una giovane donna può essere gettata in pasto ai maiali? Noi stiamo con Gratteri e con le forze dell’ordine, e non con la ‘ndrangheta e i colletti bianchi deviati: gridatelo forte e fatevi sentire! (Massimo Tigani Sava)

Fotografia pubblicata: un momento della conferenza stampa di Gratteri questa mattina a Catanzaro

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