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<strong>EDITORIALE</strong> – La massomafia conta i mesi che mancano alla conclusione del mandato di Gratteri, ma sbaglia di grosso!

3 Luglio 2023 - Massimo Tigani Sava

EDITORIALE – La massomafia conta i mesi che mancano alla conclusione del mandato di Gratteri, ma sbaglia di grosso!


Il percorso dei poteri deviati non è virtuoso, non sta in piedi, non regge, mentre cresce la consapevolezza democratica di magistrati coraggiosi, nonché di settori della società e dell'economia che guardano a modelli più sani e più giusti

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<strong>EDITORIALE</strong> – La massomafia conta i mesi che mancano alla conclusione del mandato di Gratteri, ma sbaglia di grosso!

I colletti bianchi deviati e la massomafia, tra soggetti già indagati o timorosi di essere svegliati la mattina all’alba dalle forze di polizia, contano i mesi che mancano alla conclusione del mandato di Nicola Gratteri alla guida della Procura di Catanzaro e della Dda che ha competenza su tutte le province della Calabria tranne quella di Reggio. Non che gli esponenti più tradizionali della ‘ndrangheta non siano altrettanto pronti a salutare l’invio di Gratteri, da parte del Csm, al coordinamento di un’altra Procura o comunque verso altri lidi prestigiosi (purché lontani), ma è la borghesia mafiosa, che ha inquinato ogni angolo della cosa pubblica (quella che vuole apparire pulita mentre è “orribilmente sporca” tanto per usare una definizione di Pasolini), a tenere in mano il calendario con più apprensione. Com’è noto nella primavera del 2024 scadranno gli 8 anni, il massimo consentito dalle regole vigenti, di ruolo direttivo a Catanzaro del procuratore Gratteri. Nel corso dell’ultima conferenza stampa tenuta nei locali della Procura, nell’ex ospedale militare del capoluogo, per esporre, assieme ai vertici di carabinieri e polizia, i risultati di una nuova importantissima inchiesta relativa alla Sibaritide, rispondendo alle domande dei giornalisti Gratteri è stato chiaro: la strada è tracciata – ha detto -, il modello organizzativo è ormai consolidato, gli aggiunti e i sostituti procuratori, anche i più giovani, continueranno a svolgere un lavoro di rilevanza strategica, senza dare tregua alla ‘ndrangheta e ai suoi alleati. Accanto ai magistrati inquirenti – ha sottolineato il procuratore – grandi passi avanti in termini qualitativi e quantitativi ha fatto anche la polizia giudiziaria, nell’ambito di un generale potenziamento della presenza delle forze dell’ordine in ogni territorio della Calabria. Gratteri ha voluto chiarire che non è solo e che si è seminato molto bene: tanti altri risultati di grande rilievo continueranno a essere conseguiti. Il gattopardismo massomafioso calabro, con i suoi ganci nazionali e internazionali, è avvisato: non perda tempo a contare le settimane, non ci saranno tentativi di superamento, in ottica “revisionista” o pseudo-restauratrice, della stagione Gratteri.

Personalmente resto convinto che la democrazia repubblicana e la Costituzione si salvano se tutta la magistratura ergerà una diga a difesa della propria autonomia e indipendenza, e se la stampa, nonostante le azioni di ridimensionamento in atto di funzioni vitali, resterà libera. La massomafia, in nome di un garantismo “bizantino” che ha salvato sempre i colletti bianchi deviati e non i poveracci (e neanche i mafiosi!), ritiene che una stampa troppo libera sia dannosa quanto le inchieste e i processi, perché apre troppo gli occhi al popolo, perché spiega la sostanza dei fatti al di là dei mille cavilli che possono salvare quanti si ritengono intoccabili, secondo una concezione feudale del potere.

Concludendo questa riflessione possiamo dire: come tangentopoli non fu la causa di cambiamenti epocali, ma la conseguenza di un sistema troppo marcio da poter immaginare di durare ancora, anche la lotta alle mafie non è una variabile indipendente, ma è il frutto di un’accresciuta e generalizzata consapevolezza dell’insostenibilità economica, sociale e civile del rapporto tra criminalità organizzata e poteri deviati. La massomafia genera insostenibilità economica e sociale, produce forti diseguaglianze economiche e di opportunità, è così vorace da perdere il senso della misura, perché il suo potere non è alimentato da consenso vero ma dall’elargizione continua e forzata di prebende, da una cieca gestione della cosa pubblica, dallo scambio continuo di favori e di pacchetti di voti. Il percorso della massomafia non è virtuoso, non sta in piedi, non regge, mentre cresce la consapevolezza democratica di magistrati coraggiosi, nonché di settori della società e dell’economia che guardano a modelli più sani e più giusti. È il “calendario” della massomafia a segnare tante date infauste, non quello di Nicola Gratteri e dei tanti magistrati che in qualsivoglia ruolo hanno come riferimento solo la Costituzione e le Leggi dello Stato per garantire a tutti noi un Paese libero in cui non ti devi asservire o prostituire perché ti siano riconosciuti il diritto al lavoro, alla casa, a fare impresa, alla sanità e alla salute. La Calabria della massomafia postfeudale ha generato solo emigrazione di massa, inquinamento delle splendide risorse naturali della Calabria, malfunzionamento di servizi primari, impoverimento diffuso, arricchimento e privilegi inauditi per pochissimi. (Massimo Tigani Sava)

Fotografia pubblicata: il procuratore Nicola Gratteri e il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla durante l’ultima conferenza stampa sull’importante inchiesta che ha riguardato la Sibaritide

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